Cimitile e le Basiliche

Per l’eccezionale ricchezza di monumenti e il valore storico-religioso, il complesso basilicale rappresenta una delle più importanti testimonianze dell’Occidente cristiano. Lo straordinario fascino del luogo è determinato dalla presenza di ben sette edifici di culto sorti, a partire dal IV secolo, intorno alla tomba del sacerdote Felice, sepolto nella necropoli a nord di Nola verso la fine del III secolo. La fama del santo è legata alla figura di Paolino di Nola, il quale dopo essere stato governatore della Campania, decise di stabilirsi presso il sepolcro di S. Felice. Grazie al carisma e all’impegno di Paolino, che fu vescovo di Nola dal 409 al 431, furono restaurati la vecchia basilica sorto intorno alla tomba del santo e costruiti nuovi edifici impreziositi da affreschi, mosaici e decorazioni scultoree. Il santuario visse con Paolino il suo periodo di maggior splendore divenendo meta di ininterrotti pellegrinaggi che proseguirono anche dopo una disastrosa alluvione che, agli inizi del VI secolo, danneggiò pesantemente le basiliche. Per tutto il medioevo e l’età moderna la fama del santuario rimase viva, alimentata soprattutto dalle solenni cerimonie che si svolgevano in occasione della ricorrenza della morte di S. Felice, il 14 gennaio.

Il suo sepolcro, come quello dell’apostolo Pietro a Roma, determinò la nascita di un villaggio nei dintorni del santuario che è all’origine dell’attuale abitato di Cimitile. Il lungo dialogo con la storia del complesso basilicale si è arricchito negli ultimi cento anni di importanti dati grazie agli scavi archeologici e ai restauri che hanno gettato nuova luce sulle origini del cristianesimo nell’agro nolano e in Campania. La creazione del parco archeologico e dell’Antiquarium, avvenuti in occasione del Giubileo del 2000, hanno ulteriormente esaltato la straordinaria unicità e bellezza del santuario, dove il 23 maggio 1992 giunse in pellegrinaggio sulla tomba di S. Felice un ospite di eccezione, papa Giovanni Paolo II.

Basilica di S. Tommaso

La basilica, a navata unica e con piccola abside, fu costruita dopo l’alluvione degli inizi del VI secolo a scopo funerario, come attestano le tombe che si intravedono sotto le botole esistenti nel pavimento. Dell’originario edificio rimangono un tratto dell’arco di trionfo e la parte inferiore delle pareti costruite con piccoli blocchi di tufo. I defunti furono sepolti con oggetti personali (orecchini, fibule, fibbie di cintura) e di corredo rituale (brocchette, ampolline), databili tra VI e VII secolo, oggi in parte esposti nell’Antiquarium.

Sulle pareti si conservano dipinti risalenti a tre distinte campagne pittoriche, databili rispettivamente al XIV secolo, alla seconda metà del Seicento e alla fine dell’Ottocento. Sulla parete destra è affissa un’epigrafe, dettata nel 1686 dal parroco di Cimitile Carlo Guadagni che provvide a restaurare l’edificio di culto e fece eseguire i primi scavi.

Basilica di S. Stefano

La basilica, situata nel settore occidentale del santuario, fu costruita nel V secolo, ma è stata più volte trasformata nel corso dei secoli. Dell’edificio originario rimangono parte dell’abside, l’arco trionfale con colonne e capitelli di reimpiego, la porzione inferiore delle pareti e i resti dell’antistante porticato che collegava l’edificio alla basilica nova.

Nell’abside, davanti alla quale si trovano i resti dell’altare e alcune tombe in muratura, si riconoscono due strati sovrapposti di affreschi: quello più recente, databile tra XII e XIII secolo, è individuato dalle porzioni inferiori di tre pannelli con santi, mentre i dipinti del primo strato, risalenti al VI secolo, presentano pannelli quadrangolari ad imitazione di un rivestimento marmoreo. All’esterno l’abside è decorata da una fascia di laterizi disposti a zig-zag, riconducibile alla ricostruzione avvenuta tra XII e XIII secolo.

Basilica di S. Felice

La basilica, che accoglie pregevoli testimonianze artistiche di età paleocristiana e medievale, è costituita da strutture di epoche differenti, sorte a partire dal IV secolo nell’area della tomba di S. Felice, riportata alla luce nel 1956 e oggi visibile al di sotto dell’altare formato da transenne in marmo traforato. Si tratta del nucleo più antico della basilica che è racchiuso dall’edicola eretta agli inizi del VI secolo con elementi marmorei di spoglio e decorata con mosaici su fondo oro e un’iscrizione a grandi lettere. Vicino a S. Felice furono sepolti Paolino di Nola e gli altri vescovi nolani del V e VI secolo, i cui sepolcri sono indicati dagli epitaffi marmorei. Oltre alla grande abside occidentale, costruita agli inizi del VI secolo, sui resti dei mausolei funerari tardoantichi, rivestono particolare interesse l’atrio con un arcosolio affrescato e il campanile risalente al XII-XIII secolo.

Cappella dei Ss. Martiri

Il piccolo edificio fu creato dal vescovo Leone III tra la fine del IX secolo e agli inizi del X secolo, grazie alla trasformazione di un mausoleo funerario con tombe a cassa e arcosoli che era stato costruito nel III secolo d.C. da esponenti della comunità cristiana di Nola, come attestano le pitture ispirate al Vecchio Testamento che costituiscono i primi esempi di arte cristiana fuori Roma. Al di sotto della scala, si notano le copie ad acquerello di due scene bibliche (Adamo ed Eva e il profeta Giona che viene gettato a mare) realizzate in seguito al distacco degli originali che sono stati trasferiti nell’Antiquarium. Sulle pareti e sulla volta è presente un ciclo di affreschi altomedievali con scene tratte dalla Passione di Cristo e figure di santi. La Madonna è, invece, raffigurata nella lunetta del protiro d’ingresso che è impreziosito da pilastrini, capitelli e mensole con il nome del fondatore.

Antiquarium e cappella di S. Calionio

Inaugurato in occasione del Giubileo del 2000, l’Antiquarium allestito nel settore orientale della basilica di S. Felice accoglie pregevoli reperti di età romana, paleocristiana, medievale e postmedievale che illustrano le tappe della formazione del santuario.

Tra i manufatti più significativi rientra un sarcofago marmoreo del III secolo d.C. con la raffigurazione del mito di Endimione che fu reimpiegato nel VI secolo come tomba dell’arciprete Adeodato. La sezione paleocristiana conserva affreschi ispirati al Vecchio Testamento, reperti ceramici ed elementi di arredo liturgico pertinenti alle prime fasi di vita del complesso. Ricca di testimonianze è anche la sezione medievale, documentata da contenitori ceramici e dalla suppellettile marmorea.

Dal lato destro dell’Antiquarium si accede alla cappella altomedievale di S. Calionio, sui cui altarini sono dipinte le immagini dei santi Felice e Paolino.

Basilica nova – chiesa di S. Giovanni

Della basilica nova, edificata da Paolino di Nola agli inizi del V secolo, rimane gran parte dell’abside trilobata con il prezioso rivestimento marmoreo pavimentale e parietale che, dopo il crollo avvenuto agli inizi del VI secolo, fu incorporata nella chiesa di S. Giovanni. Nella parte alta dell’abside si conservano pochi resti del mosaico paoliniano, che raffigurava una croce circondata da colombe simboleggianti gli apostoli, e alcuni più ampi lacerti delle decorazioni pittoriche medievali.

Nello spazio antistante la chiesa di S. Giovanni si trovano i resti dei colonnati che separavano la navata centrale della basilica nova dalle navatelle e alcuni muri degli ambienti laterali con tracce degli affreschi ad imitazione del marmo. Le parti alte delle navate erano affrescate con un motivo a finto cassettonato, come attesta lo spezzone di muro rinvenuto nei recenti scavi e ora collocato all’interno della chiesa.

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